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Il paese del futuro

10/03/2010

135 milioni di brasiliani scelgono oggi il nuovo presidente, o la nuova presidente della Repubblica. Perché su tre candidati, due sono donne e la favorita è Dilma Roussef. 63 anni, è stata guerrigliera, ex ministra dell’economia e prima ministra nei governi di Lula. Indicata alla successione direttamente da Lula, non è molto amata nel Pt (il Partito dei Lavoratori) per il suo carattere duro e per non aver fatto la gavetta all’interno del partito, era stata notata da Lula proprio per la sua competenza ed estrema laboriosità. Probabilmente Lula si fida di lei per la sua fama di incorruttibilità, in un partito troppo spesso segnato da scandali.

José Serra è l’eterno candidato dell’opposizione, nato 68 anni fa da una umile famiglia di origine italiana, è un economista che durante gli anni della dittatura era dovuto rifugiarsi prima in Cile e poi negli Stati Uniti. Ha dilapidato negli ultimi mesi di questa campagna elettorale il suo capitale politico, trasmettendo agli elettori l’immagine di un candidato indeciso, privo di carisma e programma politico realmente alternativo.

Marina Silva è la vera novità, è la candidata verde, 52 anni, nata in un piccolo villaggio amazzonico, senatrice, madre di quattro figli, storica, era analfabeta sino a sedici anni ed è l’icona del “miracolo che l’educazione” può rappresentare. Il suo manifesto politico propone l’uguaglianza delle opportunità ed uno sviluppo economico inclusivo. E’ terza nei sondaggio con il 13%, è stata ministra dell’Ambiente nel governo Lula dal 2003 al 2008, quando rinunciò alla sua carica per le profonde divergenze con l’esecutivo sul modello di sviluppo dell’Amazonia. E’ infatti nota come “la difensora dell’Amazonia”, ha contratto diverse malattie tropicali e soffre di disturbi causati dall’inquinamento da metalli pesanti riversati illegalmente nei fiumi. E’ ora evangeliga, ispirata dalla teologia della liberazione, di estremo rigore politico.

Al di là dei candidati, è il protagonismo del Brasile il vero dato cui guardare, non per caso l’Economist gli ha dedicato la copertina nel novembre nel 2009. Lo scenario macro economico: stabilità fiscale, debito pubblico passato dal 60.6 % nel 2002 al 28.7% del 2010, un PIL del 6.5 nel 2010, previsto del 5.5 nel 2011, soprattutto nel quinquennio 2003-2008 c’è stata una riduzione della povertà del 43% ed è la mobilità sociale la vera conquista di questo paese. Trenta milioni di brasiliani sono usciti dalla povertà, grazie ad una normativa che li ha fatti diventare proprietari della casa, meglio della baracca in cui vivevano, hanno avuto per la prima volta accesso al credito. Comprare a rate frigorifero e lavatrice, iniziare una piccola attività, sono entrati così a far parte della classe media.

Con un orgoglioso sorriso ci dicono che sono il paese del futuro.

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  1. Walter Nosotti permalink
    10/13/2010 13:57

    Complimenti Jasmine !!! condivido molti dei tuoi commenti ….un blog
    molto interessante!!!

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